Oliveto Lucano: il paese dei portali, dei forni, delle bamboline e dei grandi tesori di pietra

Oliveto Lucano è un piccolo comune del materano che conta poco più di quattrocento anime. Situato su una piccola altura circondata da piantagioni d’olivo, il caratteristico borgo si trova all’interno del Parco Regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane. Il centro storico è reso particolarmente suggestivo dalle tipiche case e portali in pietra lavorata, ma l’occhio del visitatore è rapito anche dai caratteristici portoni in legno finemente intarsiati che spiccano in alcuni angoli del paese, i quali risalgono al periodo compreso tra la fine dell’’800 e l’inizio del ‘900.

Da diversi anni le amministrazioni comunali che si sono succedute, in sinergia con la Pro Loco “Olea e le altre associazioni del territorio, hanno cercato di rilanciare Oliveto Lucano da un punto di vista turistico puntando sulla valorizzazione delle bellezze del posto. Una delle tante iniziative che nelle sere d’agosto attira centinaia di visitatori è “La notte dei forni”. Si tratta di un percorso enogastronomico che si snoda tra i vicoli del centro storico facendo tappa tra i numerosi forni a legna “domestici” che, soprattutto in un passato non troppo remoto, venivano costantemente utilizzati dalle donne del posto per la preparazione del pane e di altri prodotti da forno ad uso e consumo delle famiglie di appartenenza. Guidati da giovani musicisti, i tanti partecipanti possono ammirare e degustare diverse specialità culinarie, in particolare focacce, bruschette e, l’oramai famosa “ficazzola”, accuratamente preparate dalle massaie olivetesi, il tutto accompagnato da buon vino locale.

Ad Oliveto c’è un’altra festa che da anni “prende i visitatori per la gola” si tratta della “Festa di Primavera con Ficazzole, Panierini e Bamboline”. Normalmente la manifestazione ricade il 25 aprile ed ha lo scopo di valorizzare questi tre dolci tipici pasquali olivetesi.  “Le ficazzole” sono torte salate e/o in agrodolce realizzate a base di formaggio, salumi, ricotta, uova; “I panierini” sono realizzati con gli stessi ingredienti, nella cui parte centrale viene inserito, solitamente, un uovo legato ed abbellito con fronzoli di pasta e confetti dai dolci colori primaverili. “Le bamboline” sono realizzate dalle mani sapienti delle pastaie con i residui della pasta delle ficazzole e dei panierini, poste su strutture di canne, decorate anch’esse con fronzoli, frange e confetti colorati. Tramite un concorso disciplinato da un vero e proprio bando, chi sa realizzare queste prelibatezze può aderire all’iniziativa preparando Ficazzole, Panieri e Bamboline da esporre in piazza dinnanzi agli occhi di una attenta giuria che decreterà il vincitore. Alle “ficazzole” in agrodolce, che sono una tipicità assoluta olivetese, è stato conferito il “Marchio” – (Denominazione Comunale di Origine) dalla Camera di Commercio di Matera e l’iscrizione alle PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani) dal Ministero Politiche Agricole e Forestali.  Durante la Festa di Primavera, nella piazza centrale di Oliveto vengono realizzati dei laboratori dimostrativi per insegnare alle nuove generazioni questa tradizione culinaria che si tramanda da madre in figlia.

Solennità e allegria costituiscono il leit motiv del rito arboreo di Oliveto Lucano, ogni anno celebrato dal 10 al 12 agosto, tra sacro e profano. I due “sposi”, il cerro e la cima di agrifoglio, sono scelti tra i più belli e rigogliosi della foresta di Gallipoli Cognato, l’uno è tagliato solitamente la prima domenica di agosto, l’altra viene selezionata e recisa il 10 agosto. Il loro primo incontro avviene in località Piano Torcigliano, scendendo dal Monte Croccia, e a condurre la futura “sposa” lungo un tragitto di otto chilometri sono aitanti giovani che intervallano il faticoso viaggio con balli, canti e frugali banchetti innaffiati da tanto buon vino locale. Stesso rituale per il trasporto del Maggio, il quale, se un tempo veniva trainato da coppie di buoni, come avviene ancora in gran parte dei riti arborei lucani, oggi è condotto su trattori. Intanto in “via del Maggio” è tutto pronto, qui infatti avviene l’innesto della cima sul cerro, a simboleggiare il significato propiziatorio di fecondità e fertilità che avvolgono il rito. L’atteso momento dell’unione avviene sotto lo sguardo di San Rocco, festeggiato proprio in coincidenza del “matrimonio”, in un clima di elevata spiritualità che conferma quanto il Santo sia venerato al pari del Patrono del paese, San Cripriano.

Ogni anno, il 21 dicembre, ad Oliveto Lucano si rinnova l’appuntamento con il Solstizio d’Inverno. Il piccolo centro del materano sorge in prossimità del Monte Croccia dove si trova il Complesso Megalitico di Petre de la Mola che è un insediamento fortificato lucano (IV secolo a.C.) circondato da più cinte murarie realizzate in blocchi perfettamente squadrati. Dell’imponente sistema difensivo, quello meglio conservato protegge l’acropoli dell’abitato, mentre in prossimità della porta principale si concentrano i blocchi che sulla faccia vista riportano segni di cava in lettere greche. Un aspetto particolare caratterizza la porta stessa dal momento che essa traguarda, proprio attraverso il megalite, il punto dell’orizzonte dove sorge il Sole agli equinozi. Il complesso “Petre de la Mola” rappresenta una ricchezza straordinaria per il territorio lucano, dal momento che esso corrisponde ad un sofisticato calendario di pietra preistorico, per questo in passato oggetto di studio da parte di archeologi, geofisici, geologi ed astronomi di spessore.  Il prof. Leonardo Lozito, vice direttore nazionale Gruppi Archeologici d’Italia, è una delle figure più attive che contribuisce a valorizzare il sito archeologico facendo giungere in Basilicata esperti di fama internazionale. Tra le figure di spicco che hanno dato un notevole contributo agli studi sul Complesso Megalitico di Petre de la Mola ricordiamo il compianto prof. Vito Francesco Polcaro (Inaf-Iaps Torvergata Roma). Gli studiosi hanno rilevato infatti che il complesso megalitico presenta allineamenti diretti alla posizione del Sole al tramonto del solstizio d’inverno. Grazie all’antico orologio di pietra è possibile osservare l’ultimo raggio di sole che attraversa il megalite. Ogni anno il Solstizio d’Inverno attira a Monte Croccia tanti visitatori, tra esperti e curiosi, che giungono da ogni dove per osservare l’affascinante fenomeno naturale.

Enza Martoccia

Di seguito le foto dei portali, dolci e prodotti tipici, maggio olivetese e solstizio d’inverno.